Responsabilità estesa del produttore (EPR) per i tessili nell’UE: una nuova era di sostenibilità

Responsabilità estesa del produttore (EPR) per i tessili nell’UE: una nuova era di sostenibilità

Il 9 settembre 2025, l’UE ha modificato la sua **Direttiva quadro sui rifiuti** per includere programmi obbligatori di **Responsabilità Estesa del Produttore (EPR)** per i tessili, chiamati EPR tessile. In pratica, tutti i 27 Stati membri devono assicurarsi che i produttori si assumano la responsabilità per i loro capi di abbigliamento e altri prodotti tessili.

Questo grande cambiamento significa che i marchi — dai giganti come Zara e H&M fino ai negozi più piccoli — dovranno pagare contributi nell’ambito dell’EPR in Europa per coprire i costi di raccolta, selezione e riciclo dei capi usati. La Francia e i Paesi Bassi hanno già sperimentato l’EPR da alcuni anni, ma questa normativa a livello UE, che entrerà gradualmente in vigore dal 2026, rappresenta uno sforzo comune verso un’economia circolare. Questo articolo spiega in cosa consistono le nuove regole, come influenzeranno le imprese e cosa significano per il futuro del settore tessile in Europa.

Cosa significa l’EPR in Europa per il settore tessile

Nell’UE, ogni anno vengono smaltiti oltre 5 milioni di tonnellate di tessili. Gran parte proviene dal fast fashion — abbigliamento economico e di breve durata. Questi prodotti finiscono nelle discariche, danneggiando l’ambiente, causando circa il 2–10% delle emissioni globali di CO₂ e contribuendo all’inquinamento da microplastiche. L’obiettivo è promuovere tessuti sostenibili, riducendo i rifiuti, le microplastiche e le emissioni.

La **Responsabilità Estesa del Produttore (EPR)** impone ai produttori, importatori o venditori di occuparsi del fine vita dei loro prodotti, in particolare dal punto di vista ambientale. Nel settore tessile — abbigliamento, calzature, biancheria per la casa, tende — significa finanziare e organizzare la raccolta, la selezione e il riciclo. Nell’UE, EPR tessile vuol dire: “se lo vendi, contribuisci al suo smaltimento finale”. Questa normativa rientra nella Strategia Tessile dell’UE. Se vendi a clienti europei, anche online da fuori UE, dovrai rispettare queste regole. Le disposizioni sono pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e vengono applicate nei mercati tessili europei.

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Cos’è la Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea è il registro ufficiale dell’UE. Qui vengono pubblicate tutte le leggi e i regolamenti importanti. Una volta pubblicati, diventano ufficiali, e questa è la versione di riferimento per la conformità normativa.

Cosa rientra esattamente nell’EPR tessile

Per l’EPR tessile, l’UE ha definito criteri chiari. Rientrano abbigliamento, calzature e articoli per la casa come lenzuola o tende. Sono generalmente esclusi i prodotti industriali o medicali. Le regole ufficiali sono contenute nella Direttiva quadro sui rifiuti e fanno riferimento alla classificazione dei prodotti UE. Il team doganale o di conformità userà questi codici per determinare se i tuoi prodotti rientrano nelle nuove norme sui tessuti sostenibili. L’obiettivo dell’EPR in Europa è far sì che le aziende finanzino la raccolta, la selezione e il riutilizzo — un pilastro della Strategia Tessile Europea.

Il Consiglio e il Parlamento hanno approvato la modifica, che è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’UE — il punto di riferimento per sapere cosa è incluso e seguire futuri aggiornamenti.

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Perché la strategia tessile dell’UE punta sul fast fashion

La strategia tessile dell’UE, parte del Piano d’azione per l’economia circolare, si concentra sui capi di breve durata. Il fast fashion genera enormi quantità di rifiuti. Dal 2020 al 2025 i legislatori hanno lavorato a misure obbligatorie. Con l’approvazione del 2025, la fase operativa inizia. L’EPR tessile premia i capi durevoli e riciclabili.

Per realizzare questi obiettivi, l’EPR europeo introduce meccanismi semplici. Le aziende pagano contributi per la raccolta, la selezione e il riciclo, con tariffe più basse per i prodotti facili da riparare o riciclare. Queste misure sono collegate all’Ecodesign e al Passaporto Digitale del Prodotto, nell’ambito della Strategia Tessile dell’UE. Dopo l’approvazione del Parlamento (settembre 2025), la legge entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione e gli Stati membri avranno circa due anni per attuarla. Le piccole imprese potrebbero avere un anno in più.

Il piano mantiene l’obbligo di raccolta differenziata dei tessili (in vigore in tutta l’UE dal 1° gennaio 2025). Così, i contributi finanziari potranno davvero migliorare la raccolta di capi usati di qualità. Inoltre, le norme per l’e-commerce limiteranno la diffusione del fast fashion online. Tutto questo aiuterà a ridurre i rifiuti e a prolungare la vita dei capi in Europa.

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Ambito dei tessili coperti dall’EPR in Europa

Le nuove regole modificano la direttiva 2008/98/CE e si applicano a numerosi prodotti tessili. Alcuni Paesi potrebbero includere i materassi. Anche i venditori extra-UE che spediscono in Europa tramite marketplace online sono coinvolti. Definizioni uniformi aiuteranno ad evitare confusione e a facilitare la conformità per i venditori transfrontalieri.

In generale, si parla di abbigliamento, calzature e articoli per la casa (lenzuola, asciugamani, tende). Non rientrano i materiali industriali o medicali. Per sapere esattamente cosa è incluso, consulta la Gazzetta ufficiale dell’UE. Gli Stati membri stanno già predisponendo la registrazione presso le **Organizzazioni di Responsabilità del Produttore (PRO)**, con dichiarazioni basate su peso e materiali. I marketplace dovranno verificare che i venditori rispettino gli obblighi EPR tessili prima della vendita. Francia e Paesi Bassi, con i loro sistemi ambientali già operativi, fanno da esempio.

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Chi è considerato produttore nel settore tessile

Nel contesto EPR, il produttore è colui che immette per primo il prodotto tessile sul mercato UE e paga per la sua gestione a fine vita. Include produttori e importatori europei, nonché marchi extra-UE che vendono direttamente ai consumatori europei. Se un venditore non si registra, il marketplace può essere considerato produttore per quegli articoli.

Gli operatori logistici che immagazzinano o spediscono senza essere proprietari non sono produttori, ma devono ottenere i numeri EPR dei loro clienti. Se un marchio extra-UE vende direttamente usando un centro logistico europeo senza società UE, è considerato produttore e deve registrarsi presso una PRO, nominare un rappresentante e condividere i numeri di identificazione.

Calendario 2026–2029: registrazione e attuazione

Fase Tempistica Azioni
Entrata in vigore Q1 2026 La direttiva entra in vigore; i produttori iniziano a registrarsi presso le PRO.
Recepimento Entro Q1 2028 Gli Stati membri implementano la normativa nazionale, basandosi su modelli come Francia e Paesi Bassi.
Operatività completa Entro Q3 2028 I sistemi EPR sono pienamente operativi; le microimprese (meno di 10 dipendenti) hanno tempo fino al 2029.
Revisione 2030 L’UE valuta i progressi e può inasprire le regole contro il fast fashion.

Eco-contributi e modulazione ecologica

I produttori pagano contributi alle PRO che gestiscono la raccolta e il riciclo. Le tariffe variano da Paese a Paese e in base ai volumi. In Francia, ad esempio, vanno da 0,01 € per articoli sostenibili a 0,35 € per materiali sintetici difficili da riciclare. La modulazione ecologica adegua le tariffe in base all’impatto ambientale: il cotone biologico paga meno, mentre i tessuti misti di poliestere possono avere costi maggiori (+200%). L’obiettivo è promuovere la sostenibilità fin dall’origine.

Dichiarazioni e Passaporto Digitale del Prodotto

I report annuali devono indicare i volumi e le origini dei prodotti. I dati saranno collegati al Passaporto Digitale del Prodotto (ESPR). Dichiarazioni coerenti semplificheranno gli audit, le vendite internazionali e la tracciabilità. La Gazzetta ufficiale dell’UE definirà i formati ufficiali.

Sanzioni e controlli

Chi non rispetta le regole rischia multe fino al 4% del fatturato UE, analogamente al GDPR. Le autorità controlleranno marketplace e spedizioni transfrontaliere. Le piattaforme devono garantire che i venditori siano conformi.

Implicazioni fiscali e finanziarie

I contributi EPR non sono tasse ma oneri ambientali. In Francia, ad esempio, non includono IVA, che può essere recuperata come costo operativo. Le aziende possono dedurli come spese aziendali, riducendo l’imposta del 20–30%. Gli investimenti in materiali sostenibili possono beneficiare di incentivi fiscali per la ricerca e sviluppo. La mancata conformità può comportare controlli e sanzioni fiscali.

Errori comuni da evitare

  • Applicare la stessa tariffa a tutti i materiali senza modulazione.
  • Non includere le vendite tramite marketplace nel volume dichiarato.
  • Omettere peso o codici SKU nei report.
  • Non nominare un rappresentante fiscale per marchi extra-UE.

Opportunità e sfide per le imprese

Per grandi marchi come Inditex (Zara) e H&M, l’EPR potrebbe costare 1–2 miliardi € all’anno nell’UE, riducendo i margini. Le piccole imprese potrebbero trovare onerosa la burocrazia. Tuttavia, l’EPR offre anche opportunità: incentiva l’innovazione e il riciclo. Il mercato europeo del riciclo tessile potrebbe raggiungere i 5 miliardi € entro il 2030. Le aziende sostenibili pagheranno meno e miglioreranno la loro reputazione, ottenendo anche accesso a finanziamenti “verdi”.

Passi pratici per la conformità

  • Mappare SKU per materiale, peso e mercato entro Q1 2026.
  • Registrarsi presso le PRO nazionali e verificare i contratti.
  • Allineare i report ai campi del Passaporto Digitale del Prodotto.
  • Simulare scenari di modulazione ecologica per ridurre i costi.
  • Preparare documentazione fiscale e IVA.
  • Verificare che i prodotti nei marketplace indichino correttamente il produttore.

Verso un’industria tessile più verde

La nuova normativa UE sui rifiuti tessili è una svolta epocale. Entro il 2028, le aziende dovranno assumersi la responsabilità del ciclo di vita dei propri prodotti: il cuore dell’EPR in Europa. I marchi dovranno ripensare produzione e design per ridurre i rifiuti. I capi a basso costo potrebbero diventare più cari, ma cresceranno le opzioni sostenibili.
Ora è il momento di prepararsi: controlla i fornitori, valuta i costi e investi nella sostenibilità. Non è solo un obbligo legale, ma un passo verso un’industria più responsabile.
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Ottobre 17, 2025 1806
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Ieva Devjatovska

Ieva Devjatovska

Tax Specialist at Lovat

Ieva Devjatovska is an Indirect Tax Specialist at Lovat, where she has been contributing her expertise since August 8, 2022. With a passion for making international tax law more accessible, Ieva analyzes global regulatory initiatives and translates complex concepts such as e-invoicing, Peppol, EPR, and VAT in the digital age into clear and practical guidance. She also creates expert content for the Lovat blog, helping businesses and taxpayers stay up to date with legislative news and practical compliance strategies. Ieva graduated from Riga Technical University in 2022 with a degree in Economics, which provided her with a strong foundation in financial systems and economic analysis, further enriching her expertise in indirect tax compliance.

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